Benefici e controindicazioni del CBD

 

Il cannabidiolo (CBD) è diventato un argomento di notevole interesse nel campo della salute e del benessere, attirando l’attenzione sia del pubblico sia della comunità scientifica. Estratto dalla pianta di cannabis, il CBD è uno dei numerosi composti cannabinoidi, noto per le sue potenziali proprietà terapeutiche senza gli effetti psicoattivi tipicamente associati al THC (tetraidrocannabinolo), l’altro composto ben conosciuto della cannabis.
Attualmente il cannabidiolo si trova sul mercato in numerose forme: olio al CBD, infiorescenze di canapa legale, hashish light sono ormai disponibili su numerosi store dedicati che vendono prodotti certificati come quelli di Justbob, tra gli shop più noti del settore. Articoli, è bene evidenziarlo, acquistabili sono per i fini consentiti dalla normativa vigente, tra i quali, peraltro, non figura il consumo.
Insomma, ad oggi in Italia il cannabidiolo non può essere assunto, ad esclusione di poche e limitate forme medicinali disponibili solo in farmacia. E, a fronte di questo status giuridico, coloro interessati ai potenziali benefici della molecola trovano spesso difficoltà nel chiarire i loro dubbi in materia.
Nel seguente articolo cercheremo di fare luce sull’argomento, analizzando le principali proprietà del cannabidiolo e il rovescio della medaglia di queste ultime, ovvero le controindicazioni legate al CBD.


I benefici del CBD evidenziati dalla ricerca medica


Il CBD, o cannabidiolo, è un composto estratto dalla cannabis che ha suscitato notevole interesse per i suoi potenziali benefici terapeutici, supportati da una crescente base di studi scientifici.
A questo proposito è bene evidenziare che la ricerca in quest’ambito sta ancora muovendo i primi passi e sono necessarie molte più evidenze per dimostrare inconfutabilmente l’utilità terapeutica di questa molecola. Tuttavia i risultati ottenuti finora sono decisamente interessanti.
Ecco di seguito i più noti finora evidenziati dalla ricerca:
• proprietà analgesiche e antinfiammatorie.
Uno degli usi più riconosciuti del CBD è nel trattamento del dolore.
• proprietà antiossidanti.
Il CBD è stato riconosciuto come una molecola in grado di prevenire i danni ossidativi, candidandosi come un potenziale alleato contro le malattie neurodegenerative.
• proprietà ansiolitiche;
Alcuni studi hanno dimostrato che il CBD può avere effetti positivi nella riduzione dell’ansia e potrebbe possedere proprietà antipsicotiche. Ciò lo rende di interesse nel trattamento di diverse condizioni mentali;
• trattamento dell’epilessia.
Il cannabidiolo ha mostrato risultati promettenti nel trattamento di questa malattia, soprattutto in casi resistenti ai farmaci convenzionali;
• gestione delle dipendenze.
Il CBD può influenzare positivamente il trattamento delle dipendenze, modulando i livelli di serotonina e potenzialmente riducendo l’intensità del desiderio nelle persone tossicodipendenti.


Le possibili controindicazioni del cannabidiolo


Sebbene il CBD sia generalmente considerato sicuro e privo di gravi controindicazioni, è fondamentale essere consapevoli dei possibili effetti collaterali associati al suo uso.
Tra gli effetti indesiderati più frequenti dell’assunzione di cannabidiolo troviamo la sonnolenza, la secchezza della bocca e una riduzione della pressione sanguigna. Questi disturbi, sebbene generalmente lievi, possono influenzare le attività quotidiane e richiedere attenzione, specialmente in situazioni che richiedono alta concentrazione come la guida.
Particolare cautela va esercitata in condizioni speciali come la gravidanza e l’allattamento, dove l’uso del CBD è assolutamente sconsigliato. Inoltre, prima di iniziare un trattamento a base di cannabidiolo, anche laddove la legge lo consenta è sempre raccomandabile consultare un medico, specialmente se si stanno assumendo altri farmaci, per evitare potenziali interazioni negative. Il CBD, infatti, può interagire con alcuni medicinali, potenziandone o riducendone l’efficacia. Questo richiede una particolare attenzione nella gestione di terapie farmacologiche concomitanti, motivo per cui è essenziale un dialogo aperto con il proprio medico prima di integrare il CBD in qualsiasi regime terapeutico
Nonostante gli studi finora condotti suggeriscano una buona tollerabilità del CBD anche per usi prolungati, mancano ancora ricerche approfondite che ne valutino gli effetti a lungo termine. Pertanto, l’uso continuato di CBD dovrebbe avvenire sempre sotto la supervisione di un professionista sanitario.
Uno sguardo allo status giuridico del CBD nel nostro Paese
In Italia, la questione del CBD e del suo utilizzo è caratterizzata da una situazione giuridica complessa e in continua evoluzione.
La normativa nazionale, seguendo le linee guida europee, permette la vendita di prodotti a base di CBD, purché derivati da varietà di canapa autorizzate e con un contenuto di THC (tetraidrocannabinolo, il principio attivo psicoattivo della cannabis) inferiore ai limiti legali stabiliti. Questo significa che prodotti come oli, creme, e cosmetici a base di CBD sono legalmente acquistabili e utilizzabili.
Tuttavia, è fondamentale comprendere che l’assunzione di CBD come sostanza da consumare, soprattutto a scopo ricreativo, non è permessa. Questa distinzione è cruciale per evitare malintesi o violazioni legali involontarie. La legislazione italiana prevede infatti che il consumo di prodotti a base di cannabis, inclusi quelli che contengono CBD, sia regolamentato e limitato a specifici usi, come ad esempio l’impiego in ambito medico o terapeutico.


In conclusione


Il CBD rappresenta un campo di interesse crescente sia per la comunità scientifica sia per il pubblico, grazie ai suoi potenziali benefici terapeutici. Le ricerche hanno evidenziato le sue proprietà analgesiche, antinfiammatorie, antiossidanti e i suoi effetti positivi sulla salute mentale, sulla gestione dell’epilessia e delle dipendenze. Tuttavia, è fondamentale riconoscere che ulteriori studi sono necessari per comprenderne appieno gli effetti a lungo termine e l’interazione con altri farmaci.
Parallelamente, è essenziale considerare le implicazioni legali relative all’uso del CBD in Italia. Sebbene la vendita di prodotti a base di CBD sia legale, il consumo di cannabidiolo a scopo ricreati o è vietato in qualsiasi caso.
In ultima analisi, questa interessante molecola rappresenta un’area promettente della medicina moderna, ma deve essere avvicinato con un approccio informato e consapevole, nel rispetto delle normative vigenti e della propria salute.

 

 

 

 

 

 

 

 

Ilaria

Diplomata al liceo scientifico e laureata in fisioterapia, ha la passione per le serie tv, la cucina e le recensioni.

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